CANZONI NEL TEMPO

Prodotto da Beppe Giampà e Gianluca Guzzetta

Arrangiamenti: Beppe Giampà – Marco Genta – Manuel Daniele
Registrato e Mixato da Manuel Daniele presso lo studio Fonderiefoniche – Asti

Foto copertina: Giancarlo Gk Rocco

Download digitale: ITunes – Amazon – Spotify

Raccolta di brani di cui alcuni editi, pubblicati precedentemente in versioni differenti, e inediti. Un album che fa da quadro della situazione all’attività artistica di Giampà in vista di nuove produzioni.

Testi

Canzone (G. Giampà)

Voglio scrivere una canzone
che parli di noi, delle nostre emozioni
ma quanto è difficile trovare nuove parole
e voglio scriverla adesso
che sono sereno come questo cielo
azzurro, in pace, senza una nuvola
e quando arriverà la notte
noi sotto una luna romantica

Voglio stringerti forte 
e non farti andare mai via 
perchè mi mancheresti così tanto da farmi morire
tutto l’amore che brucia che dentro
vorresti gridarlo al mondo

Ti voglio, ti cerco, ma tu già ci sei
con le tue parole ed il profumo che hai
canzone d’amore per te
ti voglio, ti penso e questo lo sai
la tua voglia di vita mi prende e poi
canzone d’amore perchè sei unica

Voglio scrivere una canzone
perchè ho una gran voglia di aprirmi e parlare
ma al mondo bisogna impegnarsi per farsi sentire
e voglio scriverla adesso
che sono sereno e fuori tutto tace
il dolore è sparito

Ti voglio, ti cerco, ma tu già ci sei
con le tue parole ed il profumo che hai
canzone d’amore per te
ti voglio, ti penso e questo lo sai
la tua voglia di vita mi prende e poi
canzone d’amore perchè sei unica

Ti voglio, ti cerco, ma tu già ci sei …

Il bandito Delpero (G. Giampà)

Porta una lunga barba nera
ha occhi di ghiaccio pieni di cattiveria
cappello di paglia coltello tra i denti
nascosto nel bosco, capo di malviventi

E quando la sua mano a sangue freddo uccise
due carabinieri ma al dottore
risparmiò la vita in cambio del silenzio
diciassette lire e un orologio d’argento

Guarda guarda che, guarda guarda che

Quello che passa è il bandito Delpero
brigante, assassino e celebrità
i giornali riportano un altro mistero
per mano di chi terrorizza il Roero

E fu in una notte catturato il bandito
da un carabiniere informato
della sua presenza in quella osteria
la giustizia infine gli diede la morte

L’ultimo ghigno e la mano del boia

Quello che passa è il bandito Delpero
brigante, assassino e celebrità
i giornali riportano un altro mistero
per mano di chi terrorizza 

Non piangere Rosetta ti prego
ci rivedremo nel paradiso delle oche

Quello che passa è il bandito Delpero
brigante, assassino e celebrità
i giornali riportano un altro mistero
per mano di chi terrorizza il Roero

Tutte le volte che (G.Giampà)

Dormono le strade, sotto la luce bianca dei lampioni
Macchine parcheggiate in mezzo alla nebbia
Proprio quando fuori tutto tace
Anche il bar sotto casa ha spento la luce
Rimaniamo soli a guardare la notte

Lei è dolce e splendida più che mai
Questa notte è fatta solo per noi

Hey…tutte le volte che mi viene voglia di ridere
Quando mi dici:”Sto bene con te”
Hey…tutte le volte che mi guardi e poi sorridi
e lo so bene a che pensi…si lo so

Si svegliano i ricordi, anche quelli di due giorni fa
Sono sempre i soliti che bruciano dentro
Proprio quando tutte le parole
Non bastano per descrivere questo momento
Unico e così romantico

Ti fa chiudere gli occhi come la stanchezza
Ma questo brivido non vuole andar via

Hey…tutte le volte che mi viene voglia di ridere
Quando mi dici:”Sto bene con te”
Hey…tutte le volte che mi guardi e poi sorridi
e lo so bene a che pensi…si lo so

Tutte le volte che mi sento solo
Tutte le volte che basterebbe anche solo una parola
Si…solo una parola

Canzone per Fausto e Iaio (S. Gnudi - G. Giampà)

E allora chi ha ucciso Fausto e Iaio?
ho sentito la storia alla tv
una storia strana che non conoscevo
una storia di qualche anno fa

Amavano la vita, così dice il racconto
ha detto che qualcuno li ha uccisi
senza motivo, ma io non ci credo

E ho sentito pezzi di storie
raccontare di giovani belli
quartieri poveri e ho sentito
tristi e nere figure romane

E amavan la vita, amavan la vita, amavan la vita
Fausto e Iaio amavan la vita, amavan la vita
amavan la vita…

E allora chi ha ucciso Fausto e Iaio?
la tv non l’ha detto e nessuno ha pagato
e nessuno ha detto il perché
ma qualcuno saprà

Diciott’anni e uccisi dal niente
che appare improvviso e lontano
quel niente col fare arrogante
calzante il potere dei forti

E amavan la vita, amavan la vita, amavan la vita
Fausto e Iaio amavan la vita, amavan la vita
amavan la vita…

E allora chi ha ucciso Fausto e Iaio?
ma quei tempi non torneranno indietro
e pensare che ancora nessuno mi ha detto il perché…

E amavan la vita, amavan la vita, amavan la vita
Fausto e Iaio amavan la vita, amavan la vita
amavan la vita…

Il mio compleanno (Mijn verjaardag) / (Guido Belcanto - Trad. G. Giampà)
Il tuo gioco era un altro (S. Gnudi - G. Giampà)

Tu giocavi ma il tuo gioco era un altro
da bambino imparare a saltare sul cemento
in quel piccolo anfratto forgiasti le tue gambe
per poi diventare il più amato dai ragazzi
le tue lenti e i tuoi vestiti un insulto
ai governanti del tuo mondo

Tu giocavi ma il tuo gioco era un altro
ben lo vide il triestino che ti accolse
quella maglia di quel rosso che innamora
quella maglia che ricadeva sul tuo corpo sofferente
o così appariva a chi non conosceva la tua fibra
e quel sette sulla schiena che ballava ad ogni scatto

Tu giocavi ma il tuo gioco era un altro
di disegno estroverso tra gli umani ed impudenza
di colori improvvisi nel lucente tuo apparire
di cieli nuovi da scoprire e disegnare sulla tela
il verde del tuo campo armonioso e preferito
quello bianco del tuo studio e del tuo ingegno

Tu giocavi ma il tuo gioco era un altro
anche in quel nebbioso giorno cittadino
tu provasti a dribblare il tuo destino
ma quel giorno non ci furono ne scatti e serpentine
tu vedesti appena le avvisaglie dei giovani in rivolta
quanto ti sarebbe piaciuta questa voglia di cambiare

Tu giocavi ma il tuo gioco era un altro
e ora gioca la tra gli altri che ebbero la gloria
ora usa i tuoi pennelli per dipingere le stelle
disegna i tuoi vestiti con i fili più dorati
ora chiedi a chi ti incontra che ne pensa di Meroni
ora corri e scatta fino all’angolo più azzurro
e gioca con i campioni …

La petite promenade du poète (Poesia di Dino Campana - Musica di G. Giampà)

Me ne vado per le strade
Strette oscure e misteriose:
Vedo dietro le vetrate
Affacciarsi Gemme e Rose.
Dalle scale misteriose
C’è chi scende brancolando:
Dietro i vetri rilucenti
Stan le ciane commentando.

La stradina è solitaria:
Non c’è un cane qualche stella
Nella notte sopra i tetti:
E la notte mi par bella.
E cammino poveretto
Nella notte fantasiosa,
Pur mi sento nella bocca
La saliva disgustosa. Via dal tanfo
Via dal tanfo e per le strade
E cammina e via cammina,
Già le case son più rade.
Trovo l’erba, mi ci stendo
A conciarmi come un cane:
Da lontano un ubriaco
Canta amore alle persiane.

San Martino (Poesia di Giosuè Carducci - Musica di G. Giampà)

La nebbia a gl’irti colli
piovigginando sale,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar;

ma per le vie del borgo
dal ribollir de’ tini
va l’aspro odor de i vini
l’anime a rallegrar.

Gira su’ ceppi accesi
lo spiedo scoppiettando:
sta il cacciator fischiando
su l’uscio a rimirar

tra le rossastre nubi
stormi d’uccelli neri,
com’esuli pensieri,
nel vespero migrar.

Hai viso di pietra scolpita (Poesia di Cesare Pavese, Musica di G. Giampà)

Hai viso di pietra scolpita,
sangue di terra dura,
sei venuta dal mare.
Tutto accogli e scruti
e respingi da te
come il mare. Nel cuore
hai silenzio, hai parole
inghiottite. Sei buia.
Per te l’alba è silenzio.

E sei come le voci
della terra – l’urto
della secchia nel pozzo,
la canzone del fuoco,
il tonfo di una mela;
le parole rassegnate
e cupe sulle soglie,
il grido del bimbo – le cose
che non passano mai.
Tu non muti. Sei buia.

Sei la cantina chiusa,
dal battuto di terra,
dov’è entrato una volta
ch’era scalzo il bambino,
e ci ripensa sempre.

Sei la camera buia
cui si ripensa sempre,
come al cortile antico
dove s’apriva l’alba.

Come in una cattedrale (Poesia di Maria Luisa Spaziani - Musica di G. Giampà)

Entro in questo amore come in una cattedrale,

come in un ventre oscuro di balena.
Mi risucchia un’eco di mare, e dalle grandi volte
scende un corale antico che è fuso alla mia voce.

Tu, scelto a caso dalla sorte, ora sei l’unico,
il padre, il figlio, l’angelo e il demonio.
Mi immergo a fondo in te, il più essenziale abbraccio,
e le tue labbra restano evanescenti sogni.

Prima di entrare nella grande navata,
vivevo lieta, ero contenta di poco.
Ma il tuo fascio di luce, come un’immensa spada,
relega nel nulla tutto quanto non sei.

Un uomo come me (Een man als ik ontmoet je niet elke dag) - (G. Belcanto - Trad. G. Giampà)